CANON FD - EOS CONVERTER:
IN PROVA SUL CAMPO
CON CANON FD 200mm f/1,8 L E CANON EOS 5D
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Il Canon FD-EOS Converter è già stato discusso nella sezione ADAPTOR: in
pratica si tratta di un adattatore
reso disponibile a fine anni '80 per adattare i costosi teleobiettivi FD della
serie L al neonato sistema EOS autofocus;
dal momento che il tiraggio di entrambi i sistemi era analogo e molto corto, non
era fisicamente possibile risolvere
la questione con un semplice anello adattatore, pena la perdita della messa a
fuoco su infinito; sensibili ai mugugni
dei clienti professionisti, in possesso di cannoni FD-L ormai inutilizzabili, gli
ingegneri Canon concepirono un
adattatore dotato di nocciolo ottico (con schema analogo a quello del converter
FD 1,4x-A) che permetteva di adattare
i lunghi fuochi FD-L (come 200/1,8, 300/2,8, 400/2,8, 500/4,5, 800/5,6),
mantenendo la messa a fuoco su infinito;
lo scotto da pagare era un fattore di moltiplica (sia pure contenuto al minimo
possibile, 1,26x), la conseguente perdita
di 2/3 di stop nella luminosità massima ed un oggettivo scadimento qualitativo.
Sull'entità di questo scadimento si sono scritti fiumi di parole, anche perchè
l'FD-EOS Converter era molto costoso
e veniva fornito solamente dal servizio Canon di assistenza professionale, su
richiesta, e veniva quasi trattato come un
pezzo di ricambio, tutti fattori che hanno portato ad una diffusione molto
modesta, aggravata dal fatto che molti di questi
adattatori sono stati letteralmente macinati da utenti senza tanti riguardi:
fatto sta che ben poco si sa di questo accessorio
ed ancora meno sulla sua resa sul campo; per trovare una risposta
all'interrogativo, e valutare contestualmente di cosa
sarebbe ancora capace uno stagionato FD-L abbinato ai moderni corpi EOS digitali,
ho approfittato di una sessione
fotografica presso il prestigioso golf club "Le fonti" di Castel S.
Pietro Terme per eseguire alcuni scatti con la Canon
EOS 5D utilizzando il raro e prestigioso FD 200mm f/1,8 L - otticamente identico
all'omologo EF - in abbinamento
all'FD-EOS Converter, ottenendo un 252mm f/2,25; ho operato in manuale (ma l'abbinamento permetterebbe anche
la priorità di diaframmi), agendo rapidamente grazie alla pratica ghiera dello
stop-down; i risultati? direi molto buoni:
il convertitore, progettato esplicitamente sugli schemi ottici di questi tele,
tutti simili fra loro, e giovandosi di un fattore
di moltiplica molto contenuto, introduce un degrado qualitativo piuttosto
modesto, senza palesi incrementi dell'aberrazione
cromatica o della distorsione; grazie all'eccezionale qualità dell'obiettivo di
partenza i risultati finali sono comunque
molto brillanti e promuovono a pieni voti la vetusta coppia di nonnetti....ecco
alcune foto di esempio con dettaglio
al 100% del file, assieme ad alcuni dati esplicativi inediti sull'ottica impiegata.
l'FD-EOS Converter, misterioso e chiacchierato accessorio creato all'acme del
passaggio fra l'universo FD e quello EOS: 1,26x di fattore d'ingrandimento e
2/3 di stop d'assorbimento luminoso sono il dazio a lui tributato
l'insolito abbinamento utilizzato sul campo: una moderna EOS 5D con un raro 200mm
f/1,8 FD-L
del 1989, coniugati dall'FD-EOS Converter; focale risultante: 252mm f/2,25
l'impressionante schema ottico del Canon FD 200/1,8 L (lo schema della versione
EF è identico);
in evidenza le tre enormi lenti realizzate con un vetro UD riconducibile a vetri
ai fluoruri di classe
commerciale, come lo Schott FK-52A o il giapponese Ohara S-FPL 51; si tratta di
una delle più
belle, ardite e performanti evoluzioni estreme del tipo Gauss; se eliminate i
tre lentoni anteriori
troverete in pratica lo schema dello Zeiss Planar 80/2,8 Hasselblad!
i dati completi del progetto originale relativo al Canon FD 200/1,8 L: raggi di
curvatura,
distanze e caratteristiche di rifrazione e dispersione delle lenti; D10 e D13
sono le
distanze variabili con la messa a fuoco interna attuata dal doppietto di lenti
fra esse
interposto
l'eccezionale stato di correzione del Canon FD 200/1,8 L,
desunto dagli
schemi del progetto originale; anche alla minima distanza di messa a fuoco
di 2,5m la qualità è garantita
gli MTF originali dell'ottica, ad f/1,8 (colore nero) ed f/8
(colore ciano)
per 10 e 30 cicli/mm di frequenza spaziale; notevolissima la
resa ad f/1,8 con un accenno di aberrazione cromatica laterale residua
evidenziata dalla caduta della calotta tangenziale, un comportamento
comune in tele di lunga focale, anche apocromatici
sul campo, nel green del golf club "Le fonti", il 200mm f/1,8 FD-L dotato
di enorme
paraluce dedicato ed FD-EOS Converter è pronto agli scatti di prova
Uno scatto a distanza molto ravvicinata, prossima a qualla
minima, eseguito ad f/4;
file originale: 4.368x2.921 pixel (tutti gli scatti originali sono eseguiti in
RAW .CR2)
un dettaglio al 100% del file: nonostante la perdita di dettaglio dovuta alla compressione jpeg la
qualità è elevata
un secondo scatto, rifilato orizzontalmente, eseguito con 200mm f/1,8 L + FD-EOS Converter ad f/4 con EOS 5D
dettaglio al 100% del file precedente: la nitidezza appare molto buona, tuttavia
lo splendido bo-keh
del 200/1,8 L appare un po' più "fuzzy" in abbinamento la converter;
si tratta comunque di un ottimo risultato
un'altro scatto eseguito a maggiore distanza con il Canon FD
200mm f/1,8 L
dotato di Canon FD-EOS Converter, sempre su EOS 5 D; il diaframma
di lavoro era f/2,8-4
il dettaglio del file al 100% conferma che l'FD-EOS converter, in abbinamento
ad obiettivi di eccellente qualità come sono i supertele luminosi FD-L,
permette
di usufruire ancora di questi ultimi sui moderni corpi digitali (ed analogici,
ovviamente!)
mantenendo quasi intatta la resa originale degli obiettivi; inoltre anche
operando a
piena apertura f/1,8 la nitidezza dei dettagli a fuoco è notevole, anche se
sulle alte
luci più riflettenti (es: superfici speculari, capelli candidi) compare un'alonatura
simile al flare degli obiettivi flou, probabilmente per impreviste
interriflessioni
interne generate con l'FD-EOS Converter dalla gigantesca pupilla di uscita, non
più mitigata dalla chiusura del diaframma, per quanto blanda; naturalmente
questo avviene solo ad f/1,8 in pieno sole, con tempi nell'ordine di
1/8000",
il che rappresenta un utilizzo un po' illogico; in condizioni di luce meno
estreme
il problema non esiste e la nitidezza abbinata a stacco plastico proprie del
200/1,8 L a piena apertura vengono largamente mantenute anche in
questa atipica configurazione moltiplicata a 252mm f/2,25
UPGRADING 28/11/2009
DA OGGI QUEST'OBIETTIVO
VIENE CONSERVATO DA
UNA PERSONA SENZ'ALTRO PIU' DEGNA DI
ME; LASCIO
COMUNQUE LE FOTO CHE SEGUONO COME
DOCUMENTAZIONE
ED OMAGGIO A QUESTO STRAORDINARIO PUNTO
D'ARRIVO DEL
PRESTIGIOSO E COMPIANTO SISTEMA DI OBIETTIVI
CANON FD.
Il Canon 200mm f/1,8 FD-L venne realizzato in un singolo, piccolo lotto, mentre
l'identica versione
EF fu prodotta a lungo, finchè le nuove restrizioni sull'impiego di Piombo ed
altri materiali inquinanti
nei vetri obbligarono a togliere dal catalogo anche questo modello, il cui
testimone venne raccolto
nel 2007 da un 200mm significativamente evoluto, dotato di enorme lente in
Fluorite e di uno stabilizzatore
di nuova generazione, in grado di compensare il mosso per un fattore equivalente
a 5 f/stop;
nonostante l'adozione di 15 lenti (più due filtri neutri) il nuovo chassis è
visibilmente più compatto ed
il peso è stato ridotto a circa 2,5 kg. Quest'obiettivo è il Canon EF 200mm
f/2 L IS e le illustrazioni che
seguono illustrano proprio questo nuovo "campione" di casa Canon.
Il Canon EF 200mm f/2 L IS, presentato nel 2007 e giunto sul
mercato nel 2008,
viene fornito con una nuova valigia in resina, più compatta e leggera della
precedente
con un design moderno e gradevole e misure congruenti con il bagaglio a mano dei
voli aerei; il moltiplicatore EF Extender 2x II illustrato nella foto,
ovviamente, non
fa parte della dotazione di serie.
Il 200mm f/2 L IS ha un aspetto simile a quello del precedente
200mm f/1,8 L,
tuttavia risulta più corto e leggero; l'attacco girevole per il treppiede è
stato
spostano nella parte posteriore del barilotto e sono presenti tutti i comandi
disponibili sui teleobiettivi "L" di ultima generazione, fra i quali:
interruttore
on/off per lo stabilizzatore, switch per selezionare due modalità di
stabilizzazione
(includenti o meno il panning volontario), pulsante per memorizzare una distanza
di messa a fuoco prefissata con relativo switch on/off ed opzione per segnale
acustico di conferma, switch AF/MF, switch per limitare l'escursione di messa
a fuoco a 3,5m, ghiera playback per il richiamo della distanza prefissata e
quattro pulsanti (annegati nella ghiera gommata anteriore) per bloccare
l'autofocus in caso di funzionamento con ricerca continua; il collare per
l'attacco
al treppiedi prevede la potenza smontabile, due robusti attacchi per la cinghia
ed
il nottolino si sbloccaggio che consente di ruotare l'obiettivo, con stop a
90°; infine,
il cassettino posteriore (tropicalizzato come l'intero obiettivo) incorpora un
sottile
filtro neutro in vetro al quale può essere aggiunto un ulteriore filtro
sagomato in
gelatina.
Gli impressionanti dati di targa di questo eccellente obiettivo.
Questo inedito schema illustra chiaramente la complessa
struttura ottica
dell'obiettivo, le cui lenti - nella transizione dal 200mm f/1,8 L - sono
passate da 10 a 15 (più due filtri neutri) anche a causa dell'introduzione
di un modulo di stabilizzazione (in colore rosso); il precedente modello
utilizzava tre vetri UD, mentre il 200mm f/2 L IS impiega due vetri UD
(collocati nei primi due doppietti) ed una enorme lente frontale in Fluorite,
dal costo probabilmente molto importante che giustifica pienamente
l'adozione del filtro protettivo anteriore, mentre quello posteriore svolge
soprattutto la funzione di dust-stopper.
(ringrazio il caro amico Prof. Vicent Cabo per il disegno originale dello schema)
Struttura, schemi ottici ed MTF originali relativi al 200mm
f/2 L IS ed al
200mm f/1,8 L; la versione più moderna, lanciata sul mercato quasi 20 anni
dopo la prima, si avvale dei consistenti progressi tecnici introdotti in questo
fertile periodo, e le sue prestazioni ottiche sul piano di fuoco sono
stratosferiche,
specialmente ai diaframmi più aperti
(diagramma di rendimento: Tutti Fotografi - Editrice Progresso)
IL MARCOMETRO
RAGAZZI, QUA RESUSCITIAMO CADAVERI, E LORO, ANZICHE'
AVANZARE TRABALLANDO A BRACCIA TESE, CORRONO
I
100 METRI PIANI IN 10"40 !! REDIVIVI,
LETTERALMENTE.
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