15/3,5 ZEISS DISTAGON E 15/3,5 SMC PENTAX
ASFERICO:
LA MIA TEORIA AL RIGUARDO
ABSTRACT
I share the proof that the SMC Takumar aspheric version of the Zeiss Distagon
15mm f/3,5
was an option projected by Erhard Glatzel himself, and not a modified
computation made
by the Asahi guys; at time Zeiss was not so skilled about aspheric grinding, so
Glatzel preferred
fo his home brand an all-spheric computation, while the actual partners at Asahi
adopted the
aspheric option with a shorter overall lenght, more tuned on the
"ultra-compact" Asahi new-wave.
L'intricata storia connessa con l'origine e
l'evoluzione del 15mm f/3,5 rettilineare Zeiss e Pentax
è davvero affascinante e per gran parte avvolta dal mistero; naturalmente si
rende necessario
un piccolo preambolo introduttivo. Dopo il crack Zeiss-Ikon, nello Zeiss
Stiftung guardavano
in faccia alla realtà: avevano il parco ottiche più ammirato ed invidiato del
panorama mondiale
ma non disponevano più di corpi macchina in produzione sui quali montarli (e
quindi clienti ai
quali venderli); alla Zeiss si resero conto che l'offensiva giapponese era ormai
inarrestabile,
e seguendo il saggio motto "se non puoi battere il nemico, alleati con
lui" avviarono usa serie
di riservati contatti con aziende nipponiche, alla ricerca di un partner tecnico
e commerciale
in possesso del necessario know-how cui delegare la progettazione e la
costruzione degli
apparecchi destinati al privilegio delle ottiche Zeiss, abboccamenti che
sarebbero sfociati
nell'accordo con Yashica e nel lancio del sistema Contax, anno domini 1974;
tuttavia in una
fase preliminare di questi contatti, una base di accordo era gia stata impostata
con i vertici
della Asahi optical Co., un'azienda leader nel settore dell'ottica, e gli
sviluppi di tale sinergia
erano davvero promettenti; nel breve lasso di tempo in cui intercorse questo
accordo ci fu
un immediato travaso di tecnologie da Zeiss a Pentax, ivi compreso il calcolo di
uno
straordinario 15mm f/3,5 rettolineare che Erhard Glatzel aveva impostato come
perla del
sistema Contarex, improvvisamente defunto con la chiusura degli stabilimenti di
Stoccarda.
Glatzel aveva calcolato il 15mm forse pungolato dal 15mm f/5,6 Nikkor Q-D Auto
presentato alla photokina 1970 o forse era già un progetto pianificato; fatto
sta che,
ad inizio 1972, furono realizzati due prototipi definitivi in montatura Contarex,
privi del
meccanismo relativo al diaframma ma già dotati dell'antiriflessi T*, appena
introdotto;
sarebbe stata un'autentica star del sistema, se quasi contemporaneamente non
fossero
state arrestate le linee di produzione delle Contarex, da troppo tempo in
passivo....
Il 15mm f/3,5 Zeiss Distagon in montatura Contarex: questa immagine
ritrae uno dei due rarissimi prototipi del capolavoro di Glatzel, realizzati
nel 1972; notare l'innovativo antiriflessi T* (assolutamente necessario
in uno schema con tanti passaggi ad aria) e la matricola prototipica
2.592.475, un lotto sfruttato dalla Zeiss per queste realizzazioni e ripreso
anche nei primissimi obiettivi di preserie per Contax utilizzati per le
valutazioni funzionali e le foto per le brochure, caratterizzati da matricole
nel lotto 2.593.8xx - 2.593.9xx. Questi due prototipi in montatura C-rex
erano privi di meccanismo del diaframma
(credits: photo Mead Kibbey - Charles
Barringer - Marc James Small)
Naturalmente lo sconforto del settore Photo-Objektive fu grande (forse analogo a
quello provato
di recente quando la Kyocera annunciò la cessazione della produzione di
apparecchi Contax: la
storia si ripete...), tuttavia per l'imminente Photokina occorreva presentarsi
al meglio e fu così che
il Distagon 15mm f/3,5 prototipo fu una star dello stand Zeiss così come in
quello della Asahi
Pentax, dove una versione analoga fu parimenti esposta.
A questo punto la trama s'infittisce: la versione Pentax disponeva di uno schema
ottico leggermente
modificato: era privo di una delle grandi lenti anteriori e l'elemento posto
subito dietro il diaframma
disponeva di una superficie asferica, mentre la versione Zeiss dello stesso
obiettivo ne era priva.
Passarono un paio d'anni, nel frattempo le relazioni fra Zeiss ed Asahi
rallentarono molto e la
casa tedesca trovò in Yashica il partner entusiasta che permise di impostare in
quattro e
quattr'otto il sistema Contax; alla photokina 1974 sia Zeiss che Asahi
presentarono il 15mm
f/3,5 in versione definitiva: il Distagon 3,5/15 per Contax e l'SMC Takumar
3,5/15 (con attacco
a vite 42x1) per Pentax, conservando anche nella produzione di serie
l'importante variante
relativa alla lente asferica evidenziata nei prototipi; in realtà, come
l'esperto Dario Bonazza
dell'AOHC ha messo in luce nelle sue approfondite ricerche, all'Asahi si
resero conto quasi
subito del costo insostenibile che comportava in quel 1974 produrre in serie
lenti asferiche
con la precisione necessaria, e deliberarono rapidamente una leggera revisione
dello schema
per eliminarla; il nuovo schema non asferico entrò in produzione nell'ottobre
1975; nel
frattempo (Giugno 1975) era stata messa in campo la baionetta Pentax K, omaggio
d'addio
della Zeiss, ed il 15/3,5 Takumar entrò in produzione nella doppia versione a
vite (con la
classica denominazione SMC Takumar) e a baionetta (denominata SMC Pentax K); per
confondere ulteriormente le acque, la produzione di entrambe le versioni
proseguì per un
certo tempo anche dopo l'Ottobre 1975, quindi fra le uniche due versioni di
15/3,5 Asahi
dotate di lente asferica (il Takumar a vite ed il Pentax K a baionetta) esistono
sia obiettivi
asferici che obiettivi non asferici; si stima che fra i 900 SMC Takumar 3,5/15 a
vite prodotti
circa 400 siano stati realizzati fra la Photokina '74 e l'Ottobre '75, e quindi
sono asferici,
mentre i rimanenti 500 prodotti dopo tale data hanno il nuovo schema non
asferico; d'altro
canto la versione a baionetta SMC Pentax K 3,5/15, entrata in produzione pochi
mesi
prima, nel Giugno 1975, fu prodotta fino ad Ottobre in appena 100 esemplari
asferici
mentre tutta la gamma successiva si basa sul nuovo calcolo privo di lente
parabolica.
Per quanto riguarda le ragioni, la cronologia e la paternità della versione
asferica, l'opinione
comune ha sempre supposto che la Zeiss abbia fornito alla Pentax i calcoli
originali di
Glatzel non appena furono completati, lasciando agli ingegneri nipponici il
tempo di valutarli
e di decidere per l'importante miglioria prima della photokina '72 dove furono
rivelati
i prototipi; quella che espongo a seguire è una mia idea, basata sull'analisi
degli schemi
ottici e a tuttora non suffragata da riferimenti certi, quindi prendetela con
notevole
beneficio d'inventario; Erhard Glatzel, dopo aver progettato il Distagon 4/18
del 1966,
una sorta di capostipite della categoria, era approdato agli anni '70
occupandosi fra
l'altro del calcolo di già citati obiettivi cinematografici T=1,4 per Arriflex,
fra i quali
un 1,2/25 ed un 1,2/35 caratterizzati da un meccanismo flottante collegato alla
messa
a fuoco e da una lente asferica, tecnologie che Glatzel non aveva applicato al
vecchio
4/18 Distagon Contarex e che evidentemente aveva sviluppato nel frattempo; in
particolare, per ovviare alla necessità di tolleranze strettissime per al
superficie asferica,
non ancora perfettamente garantite dalla fresa Zeiss a controllo numerico,
sfruttò una
tecnologia innovativa, largamente usata ai giorni nostri: la lente asferica
ibrida ottenuta
per iniezione di resina ottica fra la lente sferica ed una sagoma di riscontro
asferica,
caratterizzata da altissima precisione; Glatzel sperimentò con successo questa
tecnica
nel calcolo di questi grandangolari cinematografici e l'avrebbe sfruttata con
profitto
anche nel Distagon 1,4/35 e nel prototipo 2,8/18. Per quanto riguarda il sistema
flottante, Glatzel aveva affinato un metodo che prevedeva la separazione ad aria
di un elemento (ottenendo due menischi con faccia contigua piano-parallela);
variando
a piacere la spaziatura fra i due menischi compensava le aberrazioni a distanza
ravvicinata; la lente asferica trovava invece posto subito dietro al diaframma,
in
posizione opportuna per correggere molte aberrazioni; come ho già discusso nel
pezzo relativo all'evoluzione dei Distagon, Glatzel aveva realizzato una sorta
di
"pacchetto" da applicare con successo a schemi retrofocus.
Il Distagon 1,2/25 Arriflex (qui in versione MkII, rivista da Woeltche), uno
degli
obiettivi cinematografici calcolati da Glatzel a partire dal 1970 e per i quali
mise
a punto le soluzioni poi descritte in quello che definisco "il pacchetto
Distagon"
del Glatzel anni '70
Se analizziamo lo schema del 15mm f/3,5 si può notare come Glatzel si sia
appoggiato
al preesistente Distagon 4/18; tuttavia, seguendo la logica (e tenendo conto di
questo "pacchetto" che avrebbe poi applicato talis qualis sia nel
passaggio
da 2/35 ad 1,4/35 sia in quello da 4/18 al prototipo 2,8/18), la versione di
3,5/15
Distagon più vicina al 4/18 di partenza non è quella poi presentata nel 1972
come prototipo Contarex, e poi prodotta dal 1974 in montatura Contax, bensì
proprio la più ambiziosa versione asferica sempre attribuita autonomamente
agli ingegneri della Asahi Optical Co.; se analizziamo gli schemi del 4/18
Contarex
e del 3,5/15 SMC Takumar asferico possiamo notare che, ad esclusione della
grande lente convergente frontale, aggiunta necessariamente nel passaggio
da 100° a 110° di campo, ogni lente del primo trova corrispondenza concettuale
nel secondo, tranne che per il menisco anteposto al diaframma, spaziato ad aria
per ricavare il sistema floating, e per la lente posteriore al diaframma, che
diviene asferica; in pratica sono le stesse modifiche messe in atto per il
successivo prototipo Distagon 2,8/18, se escludiamo l'enorme lente frontale,
in questo caso non necessaria.
Analizzando il 3,5/15 in versione Pentax asferica e l'originario 4/18 Distagon
Contarex possiamo supporre l'applicazione di quello che io definisco "il
pacchetto Distagon" del Glatzel anni '70, (spaziatura ad aria del menisco
anteposto al diaframma, superficie asferica in quello posto dietro)
con l'aggiunta della necessaria lente frontale, richiesta dall'aumentato angolo
di campo; tutto questo mi fa azzardare che la paternità del 15 asferico
sia da attribuire a Glatzel stesso e che abbia passato il 15 asferico ad
Asahi dopo averlo personalmente calcolato
Seguendo i miei ragionamenti, Glatzel potrebbe avere incontrato subito
difficoltà
"politiche" per mandare il produzione la lente asferica, ripiegando
così su una
versione che ne fosse priva, ricalcolata sostituendo l'elemento asferico con una
lente convenzionale ed aggiungendo una lente in più nella parte anteriore dello
schema.
Le principali differenze che intercorrono fra il 3,5/15 in versione asferica e
non;
come si può notare la versione Zeiss è meno correlata all'originale 4/18 e mi
lascia
supporre che sia una soluzione di ripiego messa a punto in un secondo tempo,
magari
dopo le difficoltà incontrate in Zeiss per industrializzare la produzione dello
schema
originale con la sua superficie parabolica
Quando alla Asahi presero atto dei costi connessi con la lente
asferica, avrebbero potuto
adottare la versione Zeiss, già pronta e marciante; viceversa preferirono agire
in maniera
autonoma, lavorando sullo schema originale e giungendo ad una soluzione
differente da
quella di Glatzel: alla Pentax non aggiunsero la tredicesima lente presente
nella parte
anteriore del Distagon (quella evidenziata in rosso nello schema qui sopra) ma
compensarono
l'eliminazione della superficie asferica in modo complesso e dispendioso,
modificando
leggermente (in modo non facilmente visualizzabile sugli schemi) la curvatura di
certi
elementi, compresa la grande lente frontale ed approdando ad una vera e propria
terza
versione: evidentemente gli accordi intercorsi con Yashica circa la fornitura
degli obiettivi
Zeiss precludeva la possibilità di accedere al Distagon, e forse ragioni
analoghe portarono
all'apparentemente inspiegabile sostituzione dell'ottimo Pentax-K 2/28 (clone
del Distagon
2/28) con un calcolo originale Asahi.
Il progetto originale asferico e la versione non asferica "by Pentax"
lanciata dalla Asahi nell'Ottobre '75, eliminando la superficie speciale
che fu compensata modificando leggermente (in modo certo complesso
e dispendioso) la curvatura e lo spessore di certe lenti (compresa
la frontale) in maniera micrometrica.
Riassumendo, sono dell'idea che entrambe le versioni del 3,5/15mm presentate da
Zeiss e Pentax nel 1972 siano state progettate da Erhard Glatzel; ritengo, per
le
ragioni sopra espresse, che la formula asferica sia stata la prima ad essere
calcolata
e subito girata al partner del momento, la Asahi Optical Co.; la versione Zeiss
potrebbe essere stata realizzata da Glatzel successivamente per ovviare alle
eccessive difficoltà connesse con la lente asferica, difficoltà incontrate poi
in corsa
anche da Pentax che rinunciò a sua volta alla superficie speciale ma dovette
poi
provvedere in casa al ricalcolo dell'ottica perchè gli accordi nel frattempo
intercorsi
fra Zeiss e Yashica impedivano di adottare il 3,5/15 Distagon, ormai ottica
Contax.
Verità, leggenda, mistero, mera speculazione? Chissà; questa è la mia
opinione al
riguardo, molte considerazioni indiziarie la incoraggiano ma ciascuno di voi
giudichi
come preferisce; certamente la favola del 15mm Zeiss/Asahi è intirgante e ricca
di
risvolti curiosi ed affascinanti, ed è sicuramente un mattore importante nella
storia
dell'ottica fotografica moderna.
UPGRADING 27/06/2006
Ulteriori ricerche con la disponibilità
di ulteriori dati inediti forniscono la conferma
definitiva alle mie supposizioni: il 3,5/15mm SMC-Takumar / SMC-Pentax è stato
effettivamente progettato da Erhard Glatzel direttamente nella configurazione
presentata
dalla Pentax, con superficie asferica; a tagliare la testa al toro una schermata
relativa ad
una registrazione di brevetto dove lo schema dell'obiettivo, con superficie
asferica messa
in bella evidenza, viene definito "SMC Takumar 1:3,5 15mm - SMC Pentax
1:3,5 15mm"
e la paternità del progetto esplicitamente attribuita ad Erhard Glatzel; allego
la scheda in
questione, nella quale ho evidenziato il testo chiarificatore e la superficie
asferica.
La schermata relativa ai Takumar - Pentax 3,5/15 con lente asferica, che indica
esplicitamente in
Erhard Glatzel il designer di questa versione alternativa del classico 3,5/15
Zeiss: è la prova che
stavo cercando per avvallare le mie supposizioni personali
Nei paragrafi iniziali del testo avevo messo in evidenza come la versione
asferica Pentax fosse
quella filosoficamente più vicina alla base concettuale, quel monumento che
risponde al nome di
4/18 Distagon; effettivamente ho recuperato i progetti originali di Glatzel
relativi ad una nuova
famiglia di grandangolari derivati dal concetto del 4/18, articolata in 4
proposte: un 88° f/3,8, un
91° f/2,8, un 100° f/3,5 ed un 110° f/3,5 che rappresenta il prototipo
e l'archetipo del 3,5/15mm
definitivo; per questa serie di obiettivi fu depositata una richiesta di
brevetto in data 19/09/1973,
poi registrata come patente americana n° 3.864.026 in data 04/02/1975.
Analizzando lo schema
ottico dell'opzione da 110° si può notare come la struttura ottica del membro
anteriore sia pressochè
identica alla versione Pentax asferica, senza quella lente supplettiva presente
nella configurazione
definitiva Zeiss; inoltre Glatzel si era evidentemente posto alcuni dubbi
relativi alla terz'ultima lente,
quella risultata poi asferica, dal momento che era stata oggetto di studi ed
attenzioni particolari,
arrivando ad immaginare due opzioni: lente singola o lente sdoppiata in due
menischi collati con
0,115mm di cemento e ricavati con vetri dalle antitetiche caratteristiche di
rifrazione e dispersione
( Nd 1,785 - Vd 26,1 il primo ed Nd 1,510 - Vd 59,0 il secondo); probabilmente
uno sviluppo
ulteriore portò alla scelta della lente singola con aggiunta di profilo
asferico, dando vita all'opzione
Takumar - Pentax; allego un'inedita schermata che ho realizzato abbinando lo
schema del 3,5/15
Pentax asferico allo schema del prototipo di Glatzel appena descritto.
Questa clip evidenzia come il prototipo originale del 3,5/15 di Glatzel (schema
in giallo) sia molto
più simile al 3,5/15 asferico di Pentax che alla versione non asferica Zeiss;
in particolare nella
terz'ultima lente è evidenziata l'opzione di uno sdoppiamento dell'elemento in
due menischi collati,
le cui superfici RV ed R'V sono evidenziate dalle frecce rosse; considerando
l'opzione a lente
singola, lo schema è concettualmente identico al successivo Pentax non-asferico,
anche se in
effetti alla Asahi intervenirono sulla curvatura di vari elementi, compreso il
frontale
3,5/15 prototipo di Erhard Glatzel lente singola |
||
LENTE |
INDICE DI RIFRAZIONE |
NUMERO DI ABBE |
1 |
1,623 |
58,1 |
2 |
1,691 |
54,7 |
3 |
1,785 |
26,1 |
4 |
1,713 |
53,9 |
5 |
1,713 |
53,9 |
6 |
1,564 |
43,8 |
7 |
1,788 |
47,4 |
8 |
1,785 |
26,1 |
filtro |
1,522 |
59,5 |
9 |
1,465 |
65,7 |
10 |
1,785 |
26,1 |
11 |
1,465 |
65,7 |
12 |
1,465 |
65,7 |
3,5/15 prototipo di Erhard Glatzel lente sdoppiata |
||
LENTE |
INDICE DI RIFRAZIONE |
NUMERO DI ABBE |
1 |
1,623 |
58,1 |
2 |
1,691 |
54,7 |
3 |
1,785 |
26,1 |
4 |
1,713 |
53,9 |
5 |
1,713 |
53,9 |
6 |
1,548 |
45,8 |
7 |
1,788 |
47,4 |
8 |
1,785 |
26,1 |
filtro |
1,522 |
59,5 |
9 |
1,465 |
65,7 |
10 |
1,785 |
26,1 |
11 |
1,510 |
59,0 |
12 |
1,465 |
65,7 |
13 |
1,465 |
65,7 |
Nel progetto originale di Erhard Glatzel relativo ad una nuova
famiglia i grandangolari retrofocus
spiccava un 110° (15mm) f/3,5 che era l'archetipo sia del 15 Zeiss che a
maggiore ragione del 15
Pentax: infatti le analogie con quest'ultimo sono notevolissime; per la lente
che poi divenne asferica,
la n° 10, Glatzel aveva già calcolato e previsto due opzioni: un elemento
singolo ed uno costituito
da un doppietto collato ottenuto con due menischi ricavati con vetri dalle
caratteristiche antitetiche
di rifrazione e dispersione, passo intermedio verso la soluzione asferica
finale, poi ceduta a Pentax.
Nelle inedite tabelle sopra riportate troviamo le caratteristiche dei vetri
previsti per queste due
varianti del progetto 110° f/3,5 con evidenziate in giallo le due diverse
possibilità.
Molti si sono chiesti se la versione asferica concessa (ormai è ufficiale) da
Zeiss a Pentax, oltre
al suo ingombrante bagaglio di complicazioni aggiuntive, fornisse anche qualche
vantaggio nella
resa ottica, specificamente nella correzione della distorsione; sono riuscito a
recuperare i diagrammi
relativi ad entrambe le versioni, che mi hanno consentito un confronto inedito
ma poco significativo:
a fronte di un valore massimo di circa il 4% (a barilotto) per entrambi, si
assiste poi sui bordi al
classico rientro di segno contrario proprio a molti retrofocus di focale molto
corta; effettivamente,
mentre lo Zeiss recupera fino al 3,4%, il Pentax asferico riesce a scendere fino
al 2,7%; tuttavia
l'esperienza pratica ci insegna che in questi casi un forte rientro di segno
contrario appare più
visibile rispetto ad un diagramma che arriva alla distorsione massima e poi la
mantiene fino ai
bordi in modo lineare, quindi non mi sento di ascrivere alcun valore pratico a
questo leggero
"primato" della versione asferica su quella convenzionale; prevale
invece sicuramente lo Zeiss
riguardo alla vignettatura, davvero ben controllata per un 110°, dato che la
maggiore complessità
del membro anteriore con lente supplementare persegue l'obiettivo di rendere i
raggi luminosi
periferici più paralleli nel punto il cui intersecano il diaframma, riducendo
Theta e quindi anche
la vignettatura stessa legata alla legge del cos4, sia pure al prezzo
di un maggiore ingombro
longitudinale, caratteristica certo poco in sintonia col processo di sistematica
miniaturizzazione
che all'epoca interessava tutto il corredo Pentax e che sarebbe sfociato nella
serie di corpi
ed obiettivi M: infatti questa versione divenne il famoso 3,5/15 Zeiss e Leica.
I diagrammi della distorsione abbinati: stesso andamento e valore massimo
(ottimo
per un 15mm), diverso "rientro" ai bordi, ma poco significativo ai
fini della percezione
di una maggiore correzione
UPGRADING 04/12/2008
Dopo aver tracciato le sezioni dai progetti originali di Glatzel (grazie al
prezioso aiuto
dell'amico Vicent Cabo) ed analizzato i claims con maggiore attenzione, quanto
sopra
viene ulteriormente rafforzato; in effetti Glatzel progettò due versioni di
15mm f/3,5
retrofocus da 110° con schema identico al successivo SMC Takumar 15mm f/3,5
asph.,
una delle quali direttamente dotata di superficie asferica; ecco alcuni schemi
esplicativi.
Lo schema dello Zeiss 15mm f/3,5 retrofocus in versione Asahi
Talumar asferica:
la superficie asferica si trova sul raggio negativo R10' della lente R10.
una foto dell'SMC Tamumar 15mm f/3,5 asferico, la prima versione prodotta da
Pentax,
tratta da una brochure d'epoca; notare la maggiore compattezza rispetto al
"cugino" Distagon,
dovuta a questa versione dotata di superficie asferica e priva di una lente
nella parte anteriore,
dettaglio che riduce sensibilmente l'ingombro longitudinale.
Il nocciolo ottico dell'SMC Takumar 15mm f/3,5 sovrapposto alla montatura.
Scusate le dimensioni dell'immagine, necessarie per la massima
chiarezza: a sinistra troviamo lo
schema ottico del 15mm in versione Asahi Pentax, basato solamente su 12 lenti
con superficie
asferica; il secondo ed il terzo schema sono due prototipi ricavati dal progetto
di Glatzel che
si discostano dal 15mm Zeiss Distagon di produzione e ricalcano perfettamente la
struttura della
versione Takumar; in particolare, il secondo schema è pressochè identico ma
privo di superficie
asferica, mentre il terzo dispone di superficie asferica nella stessa posizione
del Takumar, ma
la lente corrispondente, la decima, è divisa in un doppietto collato con
porzione posteriore
estremamente sottile, pur restando molto simili i raggi esterni dell'elemento;
questa scelta fu
forse dovuta ad esigenze meccaniche: nel secondo schema le ultime due lenti sono
ottenute
con un vetro fluor Krown a bassa dispersione di classe FK, un materiale molto
tenero e
sensibile ad urti, umidità, etc.; nel terzo schema, quello col doppietto
asferico, anche la terzultima
lente era realizzata con questo vetro FK dotato di numero di Abbe vD= 65,7; dal
momento
che era prevista una complessa lavorazione asferica della superficie posteriore
tramite frese a
controllo numerico e movimento sui tre assi, probabilmente Glatzel paventò
un'elevatissima
percentuale di scarti e rotture durante la lavorazione, e scelse di modificare
leggermente
l'obiettivo in modo da poter trasformare questa lente in doppietto, adottando
per la sottile
sezione posteriore un vetro short Flint molto duro e resistente alle
lavorazioni, forse per garantire
una più alta percentuale di successo durante la fresatura; altrettanto
probabilmente, nel calcolo
fine prima della produzione, Glatzel riuscì a prevedere la superficie asferica
mantenendo per il
decimo elemento un vetro Krown di adeguate caratteristiche meccaniche,
probabilmente lo
stesso utilizzato nella decima lente del secondo schema, quello non asferico, e
dotato di indice
di rifrazione nD=1,51 (contro nD=1,46 del tipo FK descritto prima) e dispersione
vD= 59
(contro il vD=65,7 dell'FK): si tratta - in sostanza - di due vetri che vanno
nella stessa direzione
(bassa rifrazione e bassa dispersione) ma il tipo Krown definitivo è molto più
resistente e
permette la lavorazione asferica senza eccessivi patemi... Ritengo pertanto che
il Takumar del
primo schema derivi direttamente dal progetto del terzo schema, sostituendo il
doppietto L10
(fluor Krown tenerissimo + short Flint molto duro, per consentire la fresatura
parabolica) con
una lente singola in vetro Krown dalle caratteristiche simili al fluor Krown ma
meno delicato.
Per concludere, il quarto schema ottico si riferisce allo Zeiss Distagon 15mm
f/3,5 di produzione,
e pur essendo molto simile sia al Takumar asferico che ai due prototipi se ne
differenzia per l'utilizzo
di un elemento singolo supplementare fra la quarta lente ed il primo doppietto
dello schema; questo
porta il numero di lenti impiegate a 13 + filtro (nel Takumar sono 12 + filtro)
ed aumenta l'ingombro
longitudinale del sistema, ma probabilmente modifica la relazione fra il
semiangolo Theta e l'asse di
ripresa all'intersezione col diaframma, favorendo il controllo della
vignettatura: proprio questo parametro,
infatti, è eccezionalmente corretto nel Distagon 15mm, al punto che chiudendolo
ad f/8 la luminosità T
ai bordi è pari a 0,7 (considerando per l'asse un T = 1,0), un valore
assolutamente eccezionale per un
grandangolare da 110°, inavvicinabile per i calcoli non retrofocus!
Questo progetto di Glatzel, completato nell'estate del 1972,
è estremamente importante per la storia
dell'ottica, dal momento che nei prototipi previsti non troviamo solamente gli
schemi da cui ebbe origine
l'Asahi Takumar 15mm f/3,5 ma anche quelli da cui fu derivato il 15mm f/3,5
Distagon e persino il
18mm f/2,8 Distagon asph. del 1976, che arrivò ad un pelo dalla produzione di
serie (esisteva già il
codice di produzione e persino le brochure con MTF standard), in sostituzione
del celebre 18mm f/4.
Nello stesso progetto di Glatzel è contemplato un 18mm f/3,5
da 100°
estremamente simile al Distagon 15mm f/3,5 di produzione, a partire dai
cinque elementi singoli del membro anteriore, sia pur caratterizzati da
"potenze" differenti; al momento non è mai stato recuperato il
progetto
"diretto" del Distagon 15mm, tuttavia è evidente come Glatzel lo
abbia
ricavato da questo 100° intermedio.
Allo stesso modo, un prototipo da 21mm f/2,8 presente in
questo progetto
diede i natali al Distagon 18mm f/2,8 asph. del 1976, evoluto spaziando
ad aria la lente L7 e trasformando la L8 in un doppietto collato; in entrambi
i modelli la superficie asferica è lavorata sul raggio negativo (posteriore)
del
terzultimo elemento, esattamente come nel 15mm f/3,5 in versione Takumar.
FINE UPGRADING
04/12/2008
Ri-concludendo, sono felice di avere messo un po' in ordine i
confusi natali di quello
che è stato un po' il padre del superwide retrofocus moderni, luminoso e
prodotto in
montatura Contarex, Rollefilex, Pentax, Contax e Leica: un gioiello di prima
grandezza
di sicura paternità Zeiss in tutte le versioni, che ha illuminato di luce
riflessa i
prestigiosi corredi cui fu destinato e che ancora oggi è un paradigma per la
sua resa ottica, la distorsione e la sua correzione alle davvero minime distanze
di
messa a fuoco consentite, che ne hanno fatto un must per la ripresa di modelli
in scala; confermata la paternità di Glatzel anche per la versione asferica,
ribadisco
la mia convinzione che il ripiego su un'opzione convenzionale sia da ascriversi
al grande conservatorismo della Zeiss ed alla coscienza che la tecnologia di
casa per la lavorazione di superfici paraboliche non fosse ancora allo stato
dell'arte; la più ambiziosa Asahi accettò l'ardua sfida ma ne pagò le
conseguenze
ripudiando rapidamente il capolavoro di Glatzel a favore di più gestibili lenti
sferiche.