OBIETTIVI  ZEISS  CONTAREX

SU  CORPI  LEICA M  -  LEICA  LTM



29/03/2011


Molti specialisti e conoisseur del modernariato fotografico considerano gli obiettivi prodotti dal 1958 al 1974 dalla Carl Zeiss di Oberkochen per gli apparecchi Contarex della consociata Zeiss Ikon di Stuttgart come le migliori ottiche appartenenti al periodo classico mai realizzate per un sistema reflex, sia considerando la qualità meccanica che le doti espressive globali della parte ottica.

Purtroppo il genio malandrino che diede vita a questi gioielli si premurò bene di impedire qualsiasi adulterio fra l'algida ed inarrivabile Contarex ed i suoi eccellenti obiettivi, inserendo una baionetta d'attacco "rovesciata" (con flangie sporgenti nel corpo macchina) di diabolica complessità, prevedendo altresì un avveniristico sistema di comando del diaframma direttamente dal corpo macchina (le più recenti reflex digitali utilizzato tuttora una rotella di regolazione dall'identica impostazione ergonomica), eliminando quindi dai barilotti la tradizionale ghiera di controllo e vanificando gli sforzi di chi desiderava impiegare i pregiati obiettivi Zeiss su corpi macchina più moderni e funzionali.

L'unico modo per adattare le ottiche Zeiss Contarex a corpi non originali senza mettere in atto pesanti ed invasive modifiche meccaniche agli obiettivi stessi consiste nell'applicarli ad apparecchi caratterizzati da un tiraggio meccanico sostanzialmente inferiore e che lasciano spazio sufficiente per realizzare il complesso anello adattatore richiesto dal particolare rinvio del diaframma; dopo i primi esperimenti pionieristici su apparecchi Leica a telemetro, attualmente è possibile utilizzare questi obiettivi su moderni sistemi digitali (Sony, Samsung, Olympus, Panasonic) che prevedono "evil cameras" (prive cioè di specchio reflex) dal tiraggio ridottissimo; il vantaggio di queste ultime consiste nella possibilità di inquadrare e - soprattutto - mettere a fuoco in "live view", direttamente sull'ampio display posteriore, penalizzando tuttavia l'utente a causa delle ridotte dimensioni del sensore (micro 4/3 o APS-C), che impone un elevato fattore di crop rispetto all'inquadratura originale (1,5x - 2x).

Viceversa, le Leica a telemetro (sia digitali che, ovviamente, analogiche) non dispongono di alcun sistema attivo per il riscontro della messa a fuoco, che va effettuata a stima su scala metrica, ed anche l'inquadratura va possibilmente delegata a mirini ausiliari esterni, perchè in assenza di ottiche originali la camma telemetrica del corpo macchina viene spinta da una molla al fondo-corsa anteriore, cui corrisponderebbe la messa a fuoco minima ammessa dal sistema: in questa condizione le cornicette incorporate nel mirino vengono ampiamente decentrate dal sistema di correzione del parallasse accoppiato alla citata camma, e a distanze di ripresa medio-lunghe  la porzione di soggetto inquadrata non corrisponde assolutamente a quanto impressionato dall'apparecchio... Tutto questo è però largamente compensato dalla possibilità di utilizzare la copertura di formato originale 24x36mm (sia in analogico che in digitale), un atout di grande importanza che consente di accedere a sensori dotati di gamma dinamica e rapporto segnale/rumore ben più idonei al completo sfruttamento delle qualità di questi obiettivi.

In quest'occasione vediamo dunque come applicare gli obiettivi Contarex a corpi macchina Leica a telemetro o a vite; recentemente sono stati commercializzati appositi anelli adattatori, piuttosto complessi, che consentono di adattare tali ottiche ai corpi citati, ed eventualmente, con un ulteriore adattatore/distanziale in cascata, anche agli apparecchi con standard micro 4/3, Sony E o quant'altro; questi anelli dispongono di una camma che ingaggia la rispettiva asola nella parte posteriore degli obiettivi e consente il controllo del diaframma.


In questa immagine sono illustrati due anelli adattatori: una versione moderna dotata di blocco dell'obiettivo a fondo-corsa ed un modello pionieristico che possiedo da inizio anni '90 (realizzato a mano) che rappresenta uno dei primi tentativi in questo settore: nel secondo caso non è presente alcun controllo sul diaframma e tale anello venne ideato esclusivamente per utilizzare l'eccellente Biogon 21mm f/4,5, obiettivo equipaggiato con una propria ghiera del diaframma tradizionale. L'adattamento è ovviamente possibile grazie al ridotto tiraggio meccanico dei corpi Leica a telemetro (27,8mm per i modelli M e 28,8mm per quelli a vite).

 

L'adattatore moderno presenta una ghiera per il controllo del diaframma accoppiata alla relativa camma che va in presa nella parte posteriore dell'obiettivo; la superficie interna dell'anello posteriore risulta anodizzata in nero lucido, e per evitare riflessi parassiti ho provveduto a passivare questa zona applicando una mano di smalto nero matt estremamente opaco.

 

La ghiera di regolazione del diaframma presenta piccoli numeri serigrafati in nero la cui leggibilità non è immediata; occorre tenere presente che non esiste un singolo punto di fede per indicizzare l'apertura prescelta, ma l'indice di riferimento diviene di volta in volta quello corrispondente alla massima apertura dell'obiettivo in uso (da f/1,4 ad f/5,6, comprendendo così tutti i modelli Zeiss Contarex), di fronte al quale va fatto collimare il valore di apertura prescelto; nell'esempio illustrato, sull'anello è applicato un obiettivo f/2,8, e per impostare il valore di apertura f/8 il relativo numero serigrafato in nero sulla ghiera di controllo è stato posto in corrispondenza del valore 2,8 in colore bianco presente nella scala fissa dell'adattatore (se invece l'obiettivo fosse stato un f/1,4, lo stesso  valore f/8 dovrebbe coincidere con 1,4, e così via); come detto, su Leica a telemetro (sia analogica che digitale, quantomeno fino al modello M9 ora in produzione) non è possibile apprezzare il alcun modo la messa a fuoco, che va effettuata a stima: questo limita l'utilizzo delle focali da 50mm in su all'impiego preferenziale su grandi distanze, con settaggio su infinito. Mi auguro che i futuri modelli digitali disporranno - finalmente! - del diffuso sistema di visione e messa a fuoco diretta dell'immagine sul display posteriore, miglioria che risolverebbe in un colpo qualsiasi problema di fuoco ed inquadratura.

 

Due ottiche Contarex applicate a Leica M: un Distagon 35mm f/2 su Leica M8 ed un Biogon 21mm f/4,5 su Leica M6, con relativo mirino Zeiss; quest'ultimo obiettivo si abbina molto bene all'estetica delle Leica M cromate.

 

Alla stessa stregua, è possibile applicare le ottiche Contarex anche sui corpi Leica a vite 39x1/26", utilizzando un analogo adattatore dallo spessore ridotto di 1mm (per adeguarsi al tiraggio da 28,8mm) e relativo passo a vite in luogo della baionetta M; nel mio caso utilizzo questo anello anche sui corpi M, applicandoci l'anello Leitz 14097 da vite M39 a baionetta.
Anche in questo abbinamento l'estetica cromata di questo Tessar 50mm f/2,8 si sposa bene con le linee retrò di questa Leica III F BD, sebbene l'obiettivo  risulti un po' sproporzionato; il mirino multifocale Leitz VIOOH da 35 a 135mm applicato alla macchina può risultare utile anche nell'abbinamento Contarex-Leica M: ad esempio, in digitale si può effettuare uno scatto, visualizzare sul display l'effettiva copertura dell'obiettivo e - mantenendo l'immagine visibile sul pannello LCD - si può regolare di precisione il VIOOH, muovendo i suoi regoli interni, fino a collimare un'inquadratura identica.


Per sottolineare le prestazioni che questi anziani obiettivi sono tuttora in grado di erogare, aggiungo qualche immagine informale realizzata con lo Zeiss Biogon 21mm f/4,5 chiuso ad f/8 (con filtro rosso 8x e filtro giallo 2x) in abbinamento alla Leica M8, il cui fattore di crop 1,33x (sensore da 18x27mm) consente una copertura analoga a quella di un obiettivo da 28mm e 76° sulla diagonale del 24x36mm; anche in queste anteprime di piccole dimensioni si può facilmente apprezzare la risoluzione molto elevata ed uniforme che caratterizza questo super-grandangolare, progettato nel lontano 1951 da Ludwig Bertele per apparecchi Contax partendo dalla base di un obiettivo aero-fotogrammetrico (Aviogon). L'inquadratura è stata composta con l'impiego di un mirino ottico esterno Leitz SLOOZ per 28mm.

(testi e foto di Marco Cavina)





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