ZEISS BIOGON 21mm f/4,5 CONTAREX SU LEICA M6
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Lo Zeiss Biogon 21mm f/4,5 è il modello base di una serie che
viene considerata il capolavoro
maturo di Ludwig Bertele, messa in cantiere ad inizio anni '50 nelle focali 21mm
(per 24x36mm),
38mm (per 6x6cm), 53mm (per 6x9cm) e 75mm (per 9x12cm), tutti accomunati dalla
stessa
luminosità f/4,5, dallo stesso angolo di campo nominale di ben 90° e
dall'identica, straordinaria
nitidezza e brillantezza così come dalla perfetta correzione della
distorsione lineare (0,25%).
Il Biogon 21mm f/4,5 fu prodotto inizialmente in montatura Contax RF,
caratterizzata da un
tiraggio molto corto che la rende inutilizzabile per gli adattamenti; a fine
anni '50 l'ottica, preceduta
dalla sua fama, passò nel corredo della neonata Contarex I "Cyclope",
con una montatura molto
arretrata (l'obiettivo è un semi-simmetrico non retrofocus) che protrude
profondamente nel
corpo Crex e richiede il sollevamento dello specchio con mirino esterno; questa
versione, con
montatura dal tiraggio molto maggiore rispetto alla versione Contax,
lascia margine sufficiente
per realizzare un anello adattatore e montare questo splendido obiettivo su
Leica M: infatti
il tiraggio focale di 27,8mm proprio di questo sistema consente di realizzare
dal pieno un anello
che presenta da un lato la baionetta Leica M per obiettivo e dall'altro la
baionetta Contarex per
corpo macchina, lasciando nell'interasse uno spessore di 13,7mm (misurato dalla
battuta effettiva
sulla baionetta Contarex e non dall'apice della flangia "maschio"
sporgente); lo splendido mirino
Zeiss in dotazione al 21 Biogon viene utilizzato anche sul corpo M (qualora
mancasse va bene
anche l'originale Leica); la messa a fuoco ovviamente è a stima, ma con un 21mm
non è un
problema. Applicandolo ai modelli M6 e successivi è persino possibile la
lettura esposimetrica
TTL, avendo l'accortezza di togliere (e riporre al sicuro!) la palpebra sagomata
in plastica nera posta
attorno alla lente posteriore del Biogon, libera di ruotare ma tenuta in
posizione da una piccola
vite; in questo modo il ridotto diametro della lente posteriore così liberata
non interferisce col
percorso ottico del fotodiodo adibito a leggere sulla tendina e si ottiene
l'esposizione TTL col
Biogon 21mm simmetrico non retrofocus, un lusso che nessun utente Contax o
Contarex si è
mai sognato! Naturalmente questo obiettivo, prodotto in tre lotti nel '58/59,
'60 e '62 in appena
4.000 esemplari è piuttosto raro ma comunque meno costoso di un 21 Leica
originale; il
contrasto è elevatissimo, il colore freddo e la vignettatura evidente, ma per
il resto le qualità
di riproduzione non hanno nulla da invidiare ai migliori concorrenti e
l'adattamento su Leica M
può essere intelligente e vantaggioso.
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Un abbinamento del mio corredo che amo particolarmente: lo
Zeiss Biogon 21mm f/4,5 Contarex su Leica M6
cromata e relativo mirino Zeiss cromo/nero raggrinzente; notate come l'estetica
dell'intruso, piacevolmente retrò,
si integri armoniosamente nel corpo macchina cromato, formando un tutt'uno
esteticamente coerente; l'esposizione
TTL va leggermente corretta verso l'abbondante, per compensare la vignettatura
fisiologica del simmetrico e per
aprire leggermente le ombre tappate dal contrasto elevatissimo; per inciso
quest'ottica è l'unica adattabile, dal
momento che gli altri obiettivi Zeiss Contarex (tutti peraltro eccellenti) non
presentano la ghiera del diaframma
impedendone il controllo (tranne il 250/4 Sonnar 1° tipo a preselezione,
inutilizzabile per ovvi problemi di messa
a fuoco). In questo caso l'anello adattatore con tiraggio di 13,7mm,
ricavato in Alluminio, integra bene l'estetica.
Ultimo ma non ultimo: uno Zeiss su corpo Leica, che accoppiata intrigante...
Una configurazione alternativa con doppia staffa e splendida livella a bolla con
specchio di rinvio di origine
Cosina-Voigtlander; l'estetica datata e rifinita in nero raggrinzente della
bolla così come la staffa cromata
si abbinano ancora una volta in modo efficace, permettendo un certo controllo
della messa in bolla, sempre
critica con i superwide su M, anche se la densità del fluido ed i giochi
meccanici dei vari accoppiamenti
non permettono la perfezione fotogrammetrica che l'ottica meriterebbe; volendo
realizzare un anello più
durevole ed esteticamente ineccepibile rispetto a questo si potrebbe utilizzare
due baionette originali, ricavate
da un'ottica Leica M e da un Corpo C-rex demoliti, avvitandole direttamente
all'anello distanziale.
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Testi, foto ed attrezzature di Marco Cavina
(per chi non apprezza il digitale: foto realizzate con Nikon D-100 a
luce ambiente in una stanza, senza alcuna
illuminazione aggiunta)
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